ELISABETTA LOIACONO

Il mio nome è Elisabetta Loiacono,  sono nata a Bari il 15/ 05/ 1966, primogenita di 5 figli. Sono sposata con Elio e ho 2 figli, Marco e Luca, di 30 anni e 24. Vivo in via Giacomo Giacobelli a Loseto (Ba). Mi definisco una cellula o microparticella di Dio. Segni particolari: scheggia impazzita della Croce, su cui hanno trafitto  il nostro Cristo. Mi definisco una cittadina del mondo ma non appartengo al mondo. Conosco la “capa-Cellula” Marylucy, come la definisco io dal 2007 quando, in un rientro a casa dopo un ennesima capatina al poliambulatorio per altro ciclo di chemio della mia mamma Maria,  abbiamo incontrato, per caso, la “sorella” Ippolito  all’Eurospin di San Giovanni Rotondo, per poi conoscerla meglio in un secondo momento per via del dottor Antonio Colella, suo marito, che ha seguito mamma, per un altro intervento per altro tumore, un sarcoma, l’asportazione di un rene e dell’uretere. Successivamente sempre per conoscenze, ci hanno indirizzato all’associazione il Cireneo per cercare di avere aiuto per quello che si poteva, per un alloggio e conforto per la preghiera. E così è cominciata l’avventura e il cammino della mia dolce mamma e poi ho ereditato io questa appartenenza al Cireneo. Cosa faccio io? Nulla….. solo sostengo con la preghiera e per quel che posso con un minimissimo contributo, le attività del Cireneo. Per aiutare il Cireneo a continuare questo cammino terreno, divulgo e urlo il vangelo, faccio conoscere questa meravigliosa realtà, che pian piano si riempie di tante anime in cerca della luce, e in cui il perno principale è Gesù Cristo. Lo si percepisce anche da quel grande Santo San Pio che è il collante della storia del Cireneo e del suo miracoli,  il Miracolo di Matteo Colella.

elisabetta.loiacono@tiscali.it

cell 3339571937

ANGELA

Cercherò  di essere breve. In verità  la prima volta  che ti ho vista Mary, è stato in Tv alla prima edizione di Miracoli…era il 2015 in quel periodo lì, stavo facendo esami, ta, risonanze e infine feci una biopsia Eero distrutta perché avevo scoperto di avere il cancro. Sentendo la tua storia in Tv non riuscii a trattenere le lacrime. Ammiravo la tua fede: avevi strappato la grazia al Padre e io pensavo ai miei bimbi, il mio cuore chiedeva, chiedeva tanto come te! Nel frattempo avevo avuto conferma di quello che si sospettava e i medici di Napoli mi consigliarono di fare l’intervento a Milano. Chiesi a mio marito, prima dell’intervento, di  portami a San Giovanni e così fu, in una giornata facemmo andata e ritorno. Arrivata davanti al Padre mi fermai in silenzio ma il mio cuore gridava e implorava in silenzio, sapevo di essere ascoltata! Per mio marito fu la prima volta e facemmo il giro nella chiesa vecchia. Ricordo che cercavo un prete, un monaco, volevo  parlargli e chiedere sostegno. Niente, non trovai nessuno. Appena finita la messa continuai a cercare, era un giorno feriale, ma nulla. Arrivò  l’ora della partenza, io ero triste per non aver potuto sfogarmi con nessuno. Andammo giù alla fermata dei bus, ci fermammo ai chioschi per prendere qualche  ricordino e tra i tanti chioschi, ne scelgo uno a caso, entro da Mauro. Incredibilmente mi apro parlo e piango con lui del mio grave problema,  parlo di te, di questo tuo miracolo. Lui con  tanta bontà  mi dice di lavorare in ospedale con tuo marito, che vi conosce e mi assicura di parlare a voi di  me e che mi avrebbe fatto  chiamare da te.

Partiii quel giorno da San Giovanni  con il segno che cercavo, per l’aiuto che chiedevo.  Mi dicevo come è  possibile l’ho vista in Tv e ora mi chiamerà, ci parlerò. Fili invisibili mossi dal cielo. Lode al mio Dio  in eterno, grande è  il suo nome. Così  è  stato. Mi hai chiamata, mi hai incoraggiata é  arrivato il libro e ora so e posso dire di essere anchree io una miracolata per quello che ho avuto.

Sono stata aiutata passo passo, ogni istante dall’alto. Padre Pio é  il mio portavoce  presso l’Altissimo. Ringrazio te cara Maria Lucia per tutto. E continua sempre così, non ti fermare, tu sei illuminata dalla Spirito Santo.

P.S. 21 Agosto  2017 ore 20,57 una scossa forte, molto forte…E tutto cambia! Ancora una volta  la mia vita é  stravolta  da un qualcosa di impensabile e terribile. Le ore che seguono, di quella notte interminabile,  furono una lama che lentamente e senza sosta, ti si girava in corpo. Alle prime luci dell’alba grazie ai soccorritori lasciamo quell’apocalisse e raggiungo casa di mamma con i bambini. Eravamo distrutti, un senso di irrealtà  inimmaginabile, niente era più  normale. Ma ancora una volta  arriva un segno forte per me e la mia famiglia in quel mare di dolore. Dopo appena 4 giorni dal terremoto, mi arriva una statuina del nostro amato P Pio, a casa di mamma.  Posso dire che dopo tante lacrime  quel giorno piansi ancora si, ma con una speranza che nasceva e la certezza che lui era di fianco a me. Arrivava dal Cireneo, non potevo credere ai miei occhi, quale momento migliore? Pensavo: è  stata spedita  da Maria Lucia.  La sera del terremoto, una delle prime persone che chiamai  disperata era stata lei, chiedendo preghiera ed ecco che un po’ stupita mi chiedevo come mai in così poco tempo  fosse arrivato  il pacco. Ma quando la chiamai si svelò il mistero! Torniamo indietro di qualche  mese. Se non sbaglio il nostro ultimo incontro, con Maria Lucia, fu a Giugno 2017 qui a Ischia e le parlai del mio desiderio di avere una statuina del padre da prendere li a San Giovanni, per casa mia. “Tu cara Maria Lucia l’hai presa, l’hai fatta benedire, l’hai impachettata e non si capisce come mai, é  stata li al Cireneo ferma un bel po’, pronta da spedire, ma a terra,  nessuno dei volontari si ricordava di spedirla. Cara Maria Lucia, padre Pio, attraverso il Cireneo, attraverso te, era arrivato ancora una volta, come sempre   nei momenti peggiori della mia vita in soccorso”. Si é il nostro Cireneo e se siamo vivi non è  un caso,  quella notte lì doveva essere una strage. Ora sto ancora fuori casa,  Lui é  con me, stiamo in albergo e rientreremo insieme con Lui che ormai è parte della famiglia. Già pregusto il momento in cui gli farò un angolino, solo per Lui, perché è  bello  avere la certezza che é  di fianco a noi.

Angela di Ischia

COLETTE

On my third visit to San Giovanni Rotondo in 2017, I asked at the bookshop for a book in English of the miracles of Padre Pio. None were available, but I was introduced to Maria who had written a book of her own
“He saved my son”. We spoke and the day after, my family and I, visited Cireneo. I bought my book and sold others to people from both England and Ireland. Since then I have visited San Giovanni on two more occasions. Both times I have met with Maria, visiting Cireneo again with friends. We have become good friends, she has also included me in her prayer group. I know that St Pio meant for us to meet and become friends so that we can both work for him and help others too. As a child I always remember my mother loved Padre Pio, through her devotion to him I grew to love him also. I am convinced of his love and protection for my family.
Colette P Jones England. Love and God bless you.

ANNAMARIA ZAMBRINI

Il giorno della santificazione di p.Pio (il 16 giugno 2002) io mi trovavo davanti alla televisione per caso, quando ho riconosciuto te, Maria Lucia, che in una registrazione di Porta a Porta, parlavi del miracolo di tuo figlio. A quel punto lì ho sentito una forza che mi faceva uscire da casa e una voglia prepotente di rimettermi in contatto con te. Sono quindi uscita in strada e ho cominciato  a cercare in tutti i modi la possibilità di mettermi in contatto con te, non sapendo come fare ho telefonato all’ospedale di San Giovanni Rotondo e li, con il cognome di Colella, mi hanno

dato il tuo indirizzo e ti ho scritto quindi una lettera. Intanto dopo qualche giorno in una libreria di Padova trovai il tuo libro sul miracolo e, incuriosita lo comprai. Mentre una mattina leggevo il tuo libro mi é arrivata la tua telefonata in cui mi dicevi d aver ricevuto con molta gioia, la mia lettera  e mi invitavi a venirti a trovare a San Giovanni Rotondo. Da quel momento è nata in me la voglia di rincontrarti e di riallacciare la nostra amicizia. Ti ricordi il giorno del nostro primo incontro mi portasti da suor Lusinara, dalle suore del Vetro, le suore di Fiuggi e insieme baciando il guanto di p Pio abbiamo sentito un forte profumo di fiori? Quello è stato il segno. Mi ricordo che io ti chiesi come avrei potuto aiutarti nella realizzazione della tua impresa da Padova e tu mi rispondesti: “se vuoi puoi”. Il primo passo mio fu di chiederti di mandarmi dei pacchi con i tuoi libri che vendevo davanti alle chiese e poi c’é stata la fondazione e un giorno parlando con te, ho capito, avendone la possibilità,che dovevo fare qualcosa. Ho ascoltato il mio istinto e quello che provavo in quel momento, le parole mi sono uscite di  botto e ti ho offerto il mio aiuto. Per questo sono felice della vita che germoglia nel Cireneo, una vita fatta di accoglienza, sostegno, ascolto.Eravamo amiche di giochi da piccole, nel nostro cortile a Foggia, ora siamo amiche nell’impegno cristiano. Non smettere mai di fare il bene, io ti sarò accanto sempre.

Annamaria Zambrini.

 

 

 

MARIA CASTELLO

Salve a tutti, sono Maria Castello  di San Maurizio D’ opaglio provincia di Novara. Sono capo gruppo del gruppo di preghiera P.Pio dal 1997, ho seguito con tanto amore e ardore la beatificazione e canonizzazione di P.Pio il 16 giugno del 2002, l’anno dopo venni a San Giovanni Rotondo con il gruppo. Entrai in una libreria in viale cappuccini, volevo comprare un libro, guardai tanto e mi saltò all’occhio il libro scritto da Maria Lucia, la mamma di Matteo.

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Quando presi in mano quel libro  non so cosa provai, lo comprai e lo portai a casa, quando arrivai a casa lo lessi in un attimo, la prima sera mentre leggevo ero nella mia camera seduta sul letto e dalle prime pagine questo libro mi ha commosso, così mi venne proprio voglia di chiamare Maria Lucia.  Mi accorsi che sul retro del libro c’era il suo numero, e quindi decisi di chiamarla e sembrava che lei mi stesse aspettando al primo squillo mi rispose, ero molto emozionata al telefono, abbiamo pianto insieme. Ci siamo dette tante belle parole, non potrò mai dimenticare quella telefonata, ha segnato la mia vita, abbiamo chiacchierato un po’ con la promessa che quando andavo ancora a San Giovanni Rotondo ci saremmo incontrate, non è stato così, era tra maggio e giugno.  Ma il 25 di settembre del 2003 fu lei a venire da me qui in Piemonte, in provincia di Novara. C’è stata un testimonianza bellissima, fatta nella casa Maria Ausiliatrice, a Pella, un paese qui vicino, perché lì avevano un salone in cui ospitare tantissima gente. Ci fu la folla quella sera,non c’era una persona che non piangeva. Io ero molto emozionata, vedermi vicino a Maria Lucia, la mamma  del bimbo miracolato da P.Pio fu una gioia da non poter descrivere. Passato quel momento Maria Lucia è tornata a San Giovanni Rotondo, e da allora ci siamo telefonate di frequente, siamo diventate molto amiche. E’ una persona straordinaria. Ho conosciuto anche Matteo quando era ancora piccolo, un bambino dolcissimo. Lei è venuta altre volte qui. Quando abbiamo inaugurato la statua di P.Pio nella mia parrocchia ha fatto un’altra testimonianza,  sempre accolta da tanti fedeli e tanta gente  ed è stato un altro momento forte per la nostra parrocchia  e il nostro paese.

Vorrei ringraziare tanto  Maria Lucia, Matteo e il dr. Colella, anche lui una grande persona. Vorrei ringraziare anche Alessandro il figlio più grande per aver vissuto con tanto amore la incredibile storia di suo fratello.

EMANUELA COCO

Sono Emanuela Coco di S.Marco in Lamis, per tutti ormai, da tempo “Manu del Cireneo” e vice capo-gruppo del Gruppo di preghiera di padre Pio “il Cireneo”.  Ho espresso, nel lontano  e nevoso gennaio del 2002 il desiderio forte, che P.Pio mi aiutasse ad uscire da una situazione personale (morale ed emotiva) molto angosciante. Lui mi accontentò.

Dalle mie labbra, il 16 giugno giorno della canonizzazione di P.Pio, uscì una frase: “Quanto vorrei conoscere quella bella signora”.  Quella signora era Maria Lucia Ippolito, che vedevo in televisione, mentre si svolgeva la cerimonia di canonizzazione di P.Pio. Non mi dilungherò, altrimenti ci vorrebbe un libro per raccontare questi 15 anni fino al corrente anno. Sono volontaria da quando è nata l’associazione, adesso abbiamo questa casa grande, accogliente, colorata, sempre aperta ad accogliere tutti, però abbiamo fatto la gavetta e tanta. Siamo partiti da 2 sottani, freddO,i che non avevano neanche i termosifoni, usavamo una stufa a corrente prima e poi ce ne donarono una a pellet  per scaldarci. Pian pianino, passo dopo passo, grazie alle numerosissime testimonianze e ai viaggi di Maria Lucia in giro per l’Italia e il mondo, per raccontare il miracolo e il nostro impegno, grazie a pranzi e cene sociali, mercatini ( che avevano lo scopo di raccogliere fondi per poter portare avanti questo progetto), ma non per merito nostro bensì per volere di P.Pio, siamo arrivati a questa nuova sede. Vi garantisco è stato tanto, ma proprio tanto faticoso e impegnativo, e lo è ancora, però cerchiamo un po’ tutti noi che facciamo parte di questa incredibile missione, di ascoltare, aiutare e  comprendere le persone e le situazioni  che il quotidiano della vita ci  mette dinanzi. Le difficoltà, gli scoraggiamenti della vita ci sono, mentre portiamo avanti, questa piccola e al tempo stesso, grande realtà sociale. Ma in cambio si riceve tanto ed è sempre poco quello che si dà. In questa nostra sede del Cireneo, e dico nostra, “perché è di tutti” si prega, si lavora, si piange, si gioisce, ci si rimprovera per ciò che non và, ma in particolare, si dà e si riceve “AMORE”. Grazie a tutti, vi abbraccio in Cristo unico e vero Pastore e Guida.

Manu

 

 

 

 

LORENZO CAPPELLINI

E’ vero….solo chi ha vissuto la tua stessa situazione ti può capire veramente. Tutti gli altri possono solo immaginare cosa significa perdere un figlio. È vero anche che la vita va avanti, sì…certamente…va avanti nel senso che continui a respirare, parlare, camminare, lavorare, mangiare e sforzandoti riesci anche a giocare con gli altri due figli. Grazie a Dio ci sono loro che ti trascinano.Il problema è che la tua mente rimane sempre lì, ferma. Tutto dentro di te si ferma, solo apparentemente vai avanti, diciamo per inerzia. Le persone che ti vedono ogni giorno non possono sapere che i tuoi pensieri al 100% riguardano Lui e tu giustamente non glielo dici per non sembrare troppo pesante. Solo chi ti è veramente vicino sa che è così.Si crea una sorta di voragine nella tua vita che inghiotte il tuo presente e annulla il tuo futuro. Ogni tanto ti domandi se sia veramente successo a te oppure stai sognando e quando realizzi che è la dura verità, la domanda che ti sorge spontanea è anche la più semplice…perché?Una domanda alla quale nessuno mai ti darà una risposta. Il senso di colpa ti assale, non perché non hai fatto il massimo per salvarlo.Ti senti in colpa perché tu ancora ci sei, esisti, ma Lui no. So che è sbagliato pensarlo ma è così, ti viene spontaneo. Una parte di te sicuramente vorrebbe lasciarsi andare per smettere immediatamente di soffrire ma poi ti fermi, respiri e pensi che, grazie a Dio, ci sono altre persone accanto a te che ti amano, ti aiutano e a loro volta hanno estremamente bisogno di te. Dicono tutti che il tempo è un dottore meraviglioso ed io ci credo davvero perché sicuramente il pensiero e questo dolore che adesso sono così acuti, col tempo cambieranno, forse diminuiranno, sicuramente saranno più dolci, soprattutto nei ricordi. Quella che purtroppo non passerà è la consapevolezza di quello che è stato, di quello che poteva essere e di quello che non sarà mai. Sì, perché un genitore in sostanza vede in un figlio il prolungamento della propria vita.Per fare un esempio in natura, è come se tu fossi il tronco di un albero e Lui il ramo rigoglioso che cresce vicino a te. E questo ramo è proprio un pezzo di te e tu lo adori, lo ammiri, lo ami più di te stesso e se qualcuno o qualcosa un giorno te lo porta via per sempre, si ferma tutto. Sì…proprio tutto…Stop!Ritorni immediatamente al punto zero, all’essenza della vita, dove tutto il mondo esterno non conta più niente per te, conta solo Lui.Edoardo era proprio così per noi, un bellissimo ramo caduto troppo in fretta, all’improvviso, per colpa di una malattia che ancora non ha una cura vera e propria. Ricordo che eravamo tranquilli e beati al mare durante le nostre vacanze estive e all’improvviso tutto è cambiato.La realtà si è stravolta in un attimo. I primi sintomi strani, la corsa in ospedale e la doccia fredda caduta dal cielo così come le parole dei medici: “Edoardo ha due tumori cerebrali che dobbiamo asportare al più presto”. Ecco, da qui è partita la nostra storia fatta di ricoveri, interventi chirurgici, esami istologici, risonanze magnetiche, chemioterapie, radioterapie e tanta tanta angoscia.Il fatto però, è che tu davanti hai un bambino di 7 anni, tuo figlio, che non sa niente di tutto questo al quale dovrai spiegare in maniera dolce, delicata e a volte favolistica quello che sta accadendo. Spesso ti dovrai sforzare, dovrai guardarlo negli occhi dirgli che la situazione è del tutto normale, dovrai fare attenzione alle sue domande e soprattutto dovrai trovare sempre la risposta più appropriata. Questa è in assoluto la parte più dura della terapia.All’inizio pensi che non è possibile che sia successo proprio a Lui. Pensi di essere l’uomo più sfortunato del mondo. Pensi di essere vittima di una maledizione. Pensi che Dio ti stia punendo per tutti i tuoi peccati. La tua mente non ragiona più in modo razionale, è completamente offuscata.Poi durante il cammino riprendi un po’ le forze, riesci a vedere uno spiraglio di luce e ti ci aggrappi con tutte le forze. Preghi Dio incessantemente chiedendogli di farti uscire da questo tunnel. Capisci che in fondo non ti ha dato una punizione così dura perché tu hai sbagliato qualcosa.Comprendi che la Giustizia Divina non rispecchia la visione e la logica dell’essere umano. Probabilmente non c’è una spiegazione a tutta questa sofferenza o per lo meno non c’è una spiegazione che va secondo il pensiero comune dell’essere umano. Penso che non esista felicità senza sofferenza. In quanto esseri mortali, che ci piaccia o no, la vita può andarsene da un momento all’altro.Questo succede da sempre, in un certo senso rappresenta il bello e il brutto della nostra esistenza. Forse un giorno capiremo perché. Per il momento non ci è dato di capirlo. D’altronde è la grande domanda che assilla gli uomini fin dall’inizio dei tempi…..Perché viviamo?Da quando il nostro eroe ci ha lasciati, tutti i giorni ci siamo posti mille domande ma l’unica risposta che siamo riusciti a darci è che, inevitabilmente ogni giorno nel mondo, muoiono tantissime persone : anziani, giovani, bambini…di tutte le età, di ogni razza o religione, ovunque, in ogni angolo della Terra. Non si può avere la pretesa che a noi non succeda mai niente di sconvolgente e che il Signore esaudisca ogni nostro desiderio. Certo, domandare e pregare per una causa che ci preme è lecito e secondo me doveroso, ma non si può essere adirati con Lui se tutto non va come vogliamo. È bello pregare per altre persone ed insieme ad altre persone, anche se sconosciute e, per quanto mi riguarda, la preghiera non è mai inutile e fine a se stessa. Durante il periodo della malattia di mio figlio, 8 mesi circa, oltre a noi vi assicuro che anche tutti i fantastici medici che ci hanno accompagnato fino alla fine, ce l’hanno messa tutta, ma proprio tutta per vincere questa battaglia. Edoardo stesso ha affrontato tutto con estrema serenità senza mai lamentarsi dei disagi che pian piano venivano fuori. Insomma, si è sempre dimostrato un leone, mentre noi tremavamo dalla paura. Per questo motivo ci siamo sentiti ancora una volta fieri e fortunati ad avere un figlio come Lui e ad avere almeno la possibilità di provare a curarlo. È questo, fondamentalmente, quello che ci ha dato la forza di sperare. Il nostro nemico però stavolta era troppo forte davvero, il più aggressivo di tutti. Nell’ultimo mese di vita, il nostro eroe, è rimasto completamente paralizzato agli arti inferiori, con fortissimi dolori ma sempre dolce e lucidissimo nei suoi pensieri, almeno in quello la malattia non è riuscita a cambiarlo.Qualcuno mi ha detto che le parole non servono a niente ed io ho subito risposto che al contrario sono indispensabili.Senza le dolci parole degli amici che ci hanno letteralmente sostenuto nei momenti più duri, non oso neanche immaginare come avremmo potuto sopravvivere a questa bufera.Per questo sarò sempre grato a tutte queste persone, Amici veri, per quello che hanno fatto e che ancora continuano a fare per la mia famiglia. Mi sento di onorare con tutte le forze uno dei massimi valori che Dio ci ha donato e che ci ha chiesto di coltivare: l’Amicizia, quella vera.Oltre a questo, il Signore ci ha fatto conoscere persone speciali come Maria Lucia Ippolito, madre di Matteo e donna di grande Fede.Ricordo che Don Cristian di Santa Maria a Pulica, in provincia di Firenze, mi parlò di lei dicendomi di chiederle se poteva pregare per Edoardo. Le mandai subito una mail e lei mi rispose immediatamente assicurandomi che lo avrebbe fatto con molto piacere, dopodiché mi chiese a sua volta se poteva inserirmi in un gruppo Whatsapp chiamato “Cellule Cireneo Misericordia” che si occupa essenzialmente di pregare per persone che ne hanno bisogno. Io naturalmente accettai e mi presentai raccontando brevemente la nostra storia. Fui immediatamente sorpreso per quanta comprensione e compassione ebbero verso di noi i partecipanti al gruppo di preghiera. Ricordo tantissime dimostrazioni di affetto.Conobbi anche di persona, tramite Maria Lucia, una splendida mamma di Palermo di nome Valentina che era nella stessa nostra situazione con il piccolo Matteo e che con noi volle pregare intensamente per la guarigione di Edoardo. Ricordo che eravamo ricoverati presso l’ospedale Meyer di Firenze, ormai per cure palliative (terapia del dolore), moralmente a pezzi e privi di ogni speranza. Lei ci prese letteralmente per mano e ci esortó a non mollare fino alle fine, come è giusto che sia. Ci disse di rifiutare la realtà dei medici, di affidarsi totalmente a Gesù che è il più grande guaritore di tutti i tempi. Ci disse fondamentalmente, che non avevamo niente da perdere!!Pregammo insieme, intensamente, anche davanti a mio figlio mentre dormiva.Anche se le cose non sono andate come speravamo che andassero, sia per noi che per lei, non posso fare altro che ringraziarla per quello che ha fatto per noi. Ci ha rialzati da terra e ci ha ricordato che tutto è possibile per Nostro Signore. Per quanto riguarda i componenti del gruppo di preghiera riconosco che sono persone speciali, con una marcia in più, uomini e donne uniti da un solo desiderio, l’amore per il prossimo, soprattutto verso chi si trova in difficoltà. Persone umili e disponibili che dedicano gran parte del loro tempo ad aiutare gli altri senza chiedere niente in cambio, completamente in controtendenza con il pensiero della società attuale basata sull’individualismo.Sicuramente una bella realtà al servizio di tutti che ti può dare speranza e coraggio nei momenti più difficili.Grazie…grazie… e ancora grazie!Adesso vorrei mandare un immenso abbraccio al mio piccolo, dicendogli che mi manca da morire, che tutti i giorni penso a lui e che lo immagino mentre pedala con la sua bicicletta rossa fiammante nel Regno dei Cieli, insieme ad altri bambini sorridenti come lui.

Per Noi Tu sei e sempre sarai….UN’ INFINITA STORIA D’AMORE!!

CIAO EDO…

 

DALLA CALIFORNIA…

Maria Lucia:

I think this is very good. The only change I would like to make is to identify the Deacon simply as a “friend”. If we identify him as a Deacon, someone might recognize who the story is about. I have made the changes below. In a few minutes I will write to you about another case where I hope we can together pray and beg for another grace.

Scott

I am a Marialucia’s friend from the United States. I wrote and asked for your prayer, some years ago. In 2014 I asked for your prayers for a woman, who was given a very bad prognosis. The doctors had discovered cervical cancer and initial tests indicated the cancer had spread. The doctors advised that she would be in a battle for her life and it was not a battle she would likely win. This is the woman who I told you reminded me of Wanda Poltawska. At the time of the diagnosis she was only 40 years of age and the mother of young children. A few weeks after asking for your prayers, the doctors performed more tests and concluded that the cancer had not yet spread. The initial test had been wrong. She had to endure a hysterectomy, but she in now cancer free for five years.
This is her story.
December 21, 2013 was the Saturday before Christmas. On that day, The Society of St. Vincent de Paul distributed food to the poor of our parish and also provided Christmas presents for poor children. My wife and I were working in the food pantry, helping distribute food. For some reason, we needed an electrical extension cord and I was asked to go to the Parish Hall to find an extension cord.
When I walked into the Parish Hall I saw a friend surrounded by some women. It was clear that something was wrong. As we say in America, my friend “looked like he had just seen a ghost.” I walked over and asked if something was wrong. My friend said he had just received a call from his daughter. His daughter had requested a meeting of the family later that day so she could explain a health issue. The daughter had not explained the details. She had only stated that it was a life threatening matter.
I managed to locate an extension cord and walked back to the food pantry. I told my wife what my friend had said. My wife said she knew the friend’s daughter as her children attended the same school as our children. At the time, my wife worked in the school office.

I didn’t see my friend again until the second Sunday after New Year, January 12, 2014. I had in my pocket a Padre Pio holy card with a third class relic attached. After Mass I asked my friend about his daughter. He explained that his daughter was diagnosed with cervical cancer and that her prognosis was very poor, as it appeared the cancer had already spread. She would be in a battle for her life, a battle she might not win. I gave my friend the holy card and asked him to give the card to his daughter.

That night I started a Novena to St. Pio for the benefit of the Deacon’s daughter. While praying, the thought came to me that this was a case like Wanda Poltawska. Like Wanda, my friend’s daughter was about 40 years old when diagnosed with cancer. Like Wanda, she had young children in school at the time of the diagnosis. The thought also came to me that I should write to you and ask for your prayers. I recalled that you had met Wanda. The next day, January 13, 2014, I sent you an email requesting prayers and mentioned that this was a case like Wanda.

A couple of weeks later, after the Novena had been completed, my friend’s daughter came to the school office and seemed to be in a very happy mood as she chatted with other parents. My wife thought it amazing that this woman who had received such a poor diagnosis would be is such high spirits.  After my wife had finished helping the other parents, she asked the my friend’s daughter how she was doing. My friend’s daughter said she was doing great! The doctors had run more tests. The new tests showed that the cancer had not spread. They changed her prognosis. She would still need to undergo a hysterectomy, but now the doctors prognosis was for nothing less than a complete cure.

When my wife returned home from work she told me the good news. My wife said “You don’t suppose Padre Pio…”  It seems to me that a grace was obtained in this case. But of course it is impossible to say with certainty.  It could be that the initial tests conducted by the doctors had simply been in error. Sometimes doctors make mistakes. Nearly five years later, this woman remains cancer free.

 

 

 

 

 

I CIRENEI DI ROMA

ROCCO PREZIUSO

          

Dott. Rocco   Preziuso,  nato a Foggia il 23.11.1963, residente a Mestrino -Pd e domiciliato a Termoli -Cbr

Il mio percorso di vita, spesso fatto di sacrificio, sofferenze e lutti familiari importanti, …. da 17 anni  mi ha  avvicinato alla Fondazione “ IL CIRENEO “ e soprattutto alla Dr.ssa Maria Lucia Ippolito  con cui ho condiviso, da prima, un cammino spirituale legato alle proprie esigenze personali e spirituali e poi divenendo un collaboratore diretto delle Attività della Fondazione e di Maria Lucia stessa.

 

Delegato dalla Fondazione, dal 14 febbraio 2017, a poter Testimoniare il Miracolo della Santificazione dell’Umile Frate di Pietrelcina, organizzo, di concerto con Maria Lucia,  testimonianze o incontri  presso… Strutture Idonee, Religiose e Laiche ed essendo un Funzionario del Ministero della Giustizia, effettuo testimonianze anche presso Istituti Penitenziari. Il contatto diretto, per motivi di lavoro, con l’ambiente Penitenziario   …  mi permette di trasmettere, in un ambiente di assoluta sofferenza e dolore, la  Misercordia  e  l’Amore  verso il  prossimo, specialmente se sofferente,  che  P. Pio  tanto  Predicava !! .. sul lungo sentiero della SPERANZA.

                       

I GIARDINIERI ROSA E CIRO

IL CIRENEO A PADOVA E ROMA