È vero....solo chi ha vissuto la tua stessa situazione ti può capire veramente.


Tutti gli altri possono solo immaginare cosa significa perdere un figlio.
È vero anche che la vita va avanti, sì...certamente...va avanti nel senso che continui a respirare, parlare, camminare, lavorare, mangiare e sforzandoti riesci anche a giocare con gli altri due figli. Grazie a Dio ci sono loro che ti trascinano.

Il problema è che la tua mente rimane sempre lì, ferma. Tutto dentro di te si ferma, solo apparentemente vai avanti, diciamo per inerzia. Le persone che ti vedono ogni giorno non possono sapere che i tuoi pensieri al 100% riguardano Lui e tu giustamente non glielo dici per non sembrare troppo pesante. Solo chi ti è veramente vicino sa che è così.

Si crea una sorta di voragine nella tua vita che inghiotte il tuo presente e annulla il tuo futuro. Ogni tanto ti domandi se sia veramente successo a te oppure stai sognando e quando realizzi che è la dura verità, la domanda che ti sorge spontanea è anche la più semplice...perché?

Una domanda alla quale nessuno mai ti darà una risposta. Il senso di colpa ti assale, non perché non hai fatto il massimo per salvarlo.

Ti senti in colpa perché tu ancora ci sei, esisti, ma Lui no. So che è sbagliato pensarlo ma è così, ti viene spontaneo. Una parte di te sicuramente vorrebbe lasciarsi andare per smettere immediatamente di soffrire ma poi ti fermi, respiri e pensi che, grazie a Dio, ci sono altre persone accanto a te che ti amano, ti aiutano e a loro volta hanno estremamente bisogno di te. Dicono tutti che il tempo è un dottore meraviglioso ed io ci credo davvero perché sicuramente il pensiero e questo dolore che adesso sono così acuti, col tempo cambieranno, forse diminuiranno, sicuramente saranno più dolci, soprattutto nei ricordi. Quella che purtroppo non passerà è la consapevolezza di quello che è stato, di quello che poteva essere e di quello che non sarà mai. Sì, perché un genitore in sostanza vede in un figlio il prolungamento della propria vita.

Per fare un esempio in natura, è come se tu fossi il tronco di un albero e Lui il ramo rigoglioso che cresce vicino a te. E questo ramo è proprio un pezzo di te e tu lo adori, lo ammiri, lo ami più di te stesso e se qualcuno o qualcosa un giorno te lo porta via per sempre, si ferma tutto.

Sì...proprio tutto...Stop!

Ritorni immediatamente al punto zero, all'essenza della vita, dove tutto il mondo esterno non conta più niente per te, conta solo Lui.

Edoardo era proprio così per noi, un bellissimo ramo caduto troppo in fretta, all'improvviso, per colpa di una malattia che ancora non ha una cura vera e propria. Ricordo che eravamo tranquilli e beati al mare durante le nostre vacanze estive e all'improvviso tutto è cambiato.La realtà si è stravolta in un attimo. I primi sintomi strani, la corsa in ospedale e la doccia fredda caduta dal cielo così come le parole dei medici: "Edoardo ha due tumori cerebrali che dobbiamo asportare al più presto". Ecco, da qui è partita la nostra storia fatta di ricoveri, interventi chirurgici, esami istologici, risonanze magnetiche, chemioterapie, radioterapie e tanta tanta angoscia.

Il fatto però, è che tu davanti hai un bambino di 7 anni, tuo figlio, che non sa niente di tutto questo al quale dovrai spiegare in maniera dolce, delicata e a volte favolistica quello che sta accadendo. Spesso ti dovrai sforzare, dovrai guardarlo negli occhi dirgli che la situazione è del tutto normale, dovrai fare attenzione alle sue domande e soprattutto dovrai trovare sempre la risposta più appropriata. Questa è in assoluto la parte più dura della terapia.

All'inizio pensi che non è possibile che sia successo proprio a Lui. Pensi di essere l'uomo più sfortunato del mondo. Pensi di essere vittima di una maledizione. Pensi che Dio ti stia punendo per tutti i tuoi peccati.
La tua mente non ragiona più in modo razionale, è completamente offuscata.

Poi durante il cammino riprendi un po' le forze, riesci a vedere uno spiraglio di luce e ti ci aggrappi con tutte le forze. Preghi Dio incessantemente chiedendogli di farti uscire da questo tunnel. Capisci che in fondo non ti ha dato una punizione così dura perché tu hai sbagliato qualcosa.

Comprendi che la Giustizia Divina non rispecchia la visione e la logica dell'essere umano. Probabilmente non c'è una spiegazione a tutta questa sofferenza o per lo meno non c'è una spiegazione che va secondo il pensiero comune dell'essere umano. Penso che non esista felicità senza sofferenza. In quanto esseri mortali, che ci piaccia o no, la vita può andarsene da un momento all'altro.Questo succede da sempre, in un certo senso rappresenta il bello e il brutto della nostra esistenza. Forse un giorno capiremo perché. Per il momento non ci è dato di capirlo. D'altronde è la grande domanda che assilla gli uomini fin dall'inizio dei tempi.....Perché viviamo?

Da quando il nostro eroe ci ha lasciati, tutti i giorni ci siamo posti mille domande ma l'unica risposta che siamo riusciti a darci è che, inevitabilmente ogni giorno nel mondo, muoiono tantissime persone : anziani, giovani, bambini...di tutte le età, di ogni razza o religione, ovunque, in ogni angolo della Terra. Non si può avere la pretesa che a noi non succeda mai niente di sconvolgente e che il Signore esaudisca ogni nostro desiderio. Certo, domandare e pregare per una causa che ci preme è lecito e secondo me doveroso, ma non si può essere adirati con Lui se tutto non va come vogliamo. È bello pregare per altre persone ed insieme ad altre persone, anche se sconosciute e, per quanto mi riguarda, la preghiera non è mai inutile e fine a se stessa.

Durante il periodo della malattia di mio figlio, 8 mesi circa, oltre a noi vi assicuro che anche tutti i fantastici medici che ci hanno accompagnato fino alla fine, ce l'hanno messa tutta, ma proprio tutta per vincere questa battaglia. Edoardo stesso ha affrontato tutto con estrema serenità senza mai lamentarsi dei disagi che pian piano venivano fuori. Insomma, si è sempre dimostrato un leone, mentre noi tremavamo dalla paura. Per questo motivo ci siamo sentiti ancora una volta fieri e fortunati ad avere un figlio come Lui e ad avere almeno la possibilità di provare a curarlo. È questo, fondamentalmente, quello che ci ha dato la forza di sperare. Il nostro nemico però stavolta era troppo forte davvero, il più aggressivo di tutti. Nell'ultimo mese di vita, il nostro eroe, è rimasto completamente paralizzato agli arti inferiori, con fortissimi dolori ma sempre dolce e lucidissimo nei suoi pensieri, almeno in quello la malattia non è riuscita a cambiarlo.

Qualcuno mi ha detto che le parole non servono a niente ed io ho subito risposto che al contrario sono indispensabili.

Senza le dolci parole degli amici che ci hanno letteralmente sostenuto nei momenti più duri, non oso neanche immaginare come avremmo potuto sopravvivere a questa bufera.

Per questo sarò sempre grato a tutte queste persone, Amici veri, per quello che hanno fatto e che ancora continuano a fare per la mia famiglia.

Mi sento di onorare con tutte le forze uno dei massimi valori che Dio ci ha donato e che ci ha chiesto di coltivare: l'Amicizia, quella vera.

Oltre a questo, il Signore ci ha fatto conoscere persone speciali come Maria Lucia Ippolito, madre di Matteo e donna di grande Fede.

Ricordo che Don Cristian di Santa Maria a Pulica, in provincia di Firenze, mi parlò di lei dicendomi di chiederle se poteva pregare per Edoardo. Le mandai subito una mail e lei mi rispose immediatamente assicurandomi che lo avrebbe fatto con molto piacere, dopodiché mi chiese a sua volta se poteva inserirmi in un gruppo Whatsapp chiamato "Cellule Cireneo Misericordia" che si occupa essenzialmente di pregare per persone che ne hanno bisogno. Io naturalmente accettai e mi presentai raccontando brevemente la nostra storia. Fui immediatamente sorpreso per quanta comprensione e compassione ebbero verso di noi i partecipanti al gruppo di preghiera. Ricordo tantissime dimostrazioni di affetto.

Conobbi anche di persona, tramite Maria Lucia, una splendida mamma di Palermo di nome Valentina che era nella stessa nostra situazione con il piccolo Matteo e che con noi volle pregare intensamente per la guarigione di Edoardo. Ricordo che eravamo ricoverati presso l'ospedale Meyer di Firenze, ormai per cure palliative (terapia del dolore), moralmente a pezzi e privi di ogni speranza. Lei ci prese letteralmente per mano e ci esortó a non mollare fino alle fine, come è giusto che sia. Ci disse di rifiutare la realtà dei medici, di affidarsi totalmente a Gesù che è il più grande guaritore di tutti i tempi. Ci disse fondamentalmente, che non avevamo niente da perdere!!

Pregammo insieme, intensamente, anche davanti a mio figlio mentre dormiva.

Anche se le cose non sono andate come speravamo che andassero, sia per noi che per lei, non posso fare altro che ringraziarla per quello che ha fatto per noi. Ci ha rialzati da terra e ci ha ricordato che tutto è possibile per Nostro Signore. Per quanto riguarda i componenti del gruppo di preghiera riconosco che sono persone speciali, con una marcia in più, uomini e donne uniti da un solo desiderio, l'amore per il prossimo, soprattutto verso chi si trova in difficoltà. Persone umili e disponibili che dedicano gran parte del loro tempo ad aiutare gli altri senza chiedere niente in cambio, completamente in controtendenza con il pensiero della società attuale basata sull'individualismo.

Sicuramente una bella realtà al servizio di tutti che ti può dare speranza e coraggio nei momenti più difficili.

Grazie...grazie... e ancora grazie!

Adesso vorrei mandare un immenso abbraccio al mio piccolo, dicendogli che mi manca da morire, che tutti i giorni penso a lui e che lo immagino mentre pedala con la sua bicicletta rossa fiammante nel Regno dei Cieli, insieme ad altri bambini sorridenti come lui.

Per Noi Tu sei e sempre sarai....UN' INFINITA STORIA D'AMORE!!
CIAO EDO...